Ci sono realtà floride che nascono in zone che hanno vissuto storie tragiche. Quando una terra colpita duramente da una catastrofe naturale diventa occasione di grande unione e sinergia tra più aziende per il rilancio del territorio, quando le persone iniziano a dialogare per costruire qualcosa insieme piuttosto che pensare ognuno ai propri interessi, allora sta accadendo qualcosa di unico. E quanto di tragico è avvenuto anni prima riesce ad essere attenuato dall’unione e dalla voglia di rivalsa. Qualcosa di simile alla storia di Tenute Orestiadi, una storia che non può che essere condivisa anche da Fondazione Orestiadi, Cantine Ermes e tante altre realtà del territorio del Belìce e non solo.
Tenute Orestiadi sono nate nel 2008 a Gibellina, come si può leggere anche nel sito dell’azienda, dalla sinergia tra un gruppo di viticoltori riuniti in cooperativa e la Fondazione Orestiadi, una delle più importanti istituzioni culturali nel Mediterraneo, con lo scopo di promuovere l’identità territoriale dei vitigni nativi siciliani attraverso il connubio arte e vino.
“L’idea nasce dal dialogo di Cantine Ermes e la Fondazione Orestiadi”, racconta Alessandro Parisi, responsabile marketing di Tenute Orestiadi. “C’era l’esigenza di commercializzare il prodotto imbottigliato e abbiamo iniziato a ragionare con tutti gli attori del territorio e grazie all’intervento del presidente delle Cantine Ermes, Rosario Di Maria, abbiamo aperto un dialogo con il presidente della Fondazione Orestiadi, Ludovico Corrao. Da qui l’idea di una cantina che portasse il marchio Orestiadi nel mondo“.
Nasce così un’azienda che oggi opera su 120 ettari di terreno in diverse zone della provincia di Trapani, partendo proprio dalla vecchia Gibellina, per poi passare alla mare di Selinunte, ai terreni dietro il Tempio di Segesta, fino ad arrivare a Marsala, paese da sempre sinonimo di buon vino. I vigneti crescono in tre diverse tipologie di terra (nera, bianca e rossa), ottimali per le varietà siciliane ma anche per due internazionali come il Syrah e il Cabernet Sauvignon.
Tenute Orestiadi, in dieci anni, è un’azienda che è cresciuta notevolmente, ottenendo una distribuzione capillare in Italia e la presenza in ben 27 Paesi. Una crescita ponderata, non solo sulla vendita di vino ma anche nella progettazione del brand aziendale, che si intreccia con l’arte e la cultura.
Ed è proprio il connubio tra vino e arte, insieme al rilancio del territorio, a farne un’azienda unica. Oltre al legame con la Fondazione Orestiadi, negli ultimi anni è nata una nuova sinergia con l’Accademia di Brera, dalla quale è nato a Gibellina il primo museo di arte contemporanea permanente in una barricaia attiva, il Barriques Museum. E non solo, perché grazie al progetto Residenze d’artista, Gibellina ospita artisti che realizzeranno la Wine Pictures Gallery. I primi due nomi di questo progetto sono Cosmo Laera e Stefano Pizzi.
Ma questi sono solo alcuni dei numerosissimi progetti in cui l’azienda è coinvolta, tutte atte alla crescita e al rilancio del territorio. Un piano marketing in comune con Fondazione Orestiadi e anche il Comune di Gibellina, denominato Destinazione Gibellina, sta portando nuovo lustro al territorio, a partire dal restauro di alcune opere, come il mosaico dell’artista futurista Gino Severini. E c’è anche un percorso di formazione per i ragazzi di Gibellina, che hanno creato un sito internet con i percorsi artistici. E poi ci sono le collaborazioni con la Fondazione per il Museo En Plein Air.
Sembrerà strano che in una terra ricca di storia come la Sicilia, si possa creare un polo importate per l’arte contemporanea, che solitamente prende piede in località che non hanno una storia antica da trasmettere, come accade in Nord America. Invece Gibellina, grazie a questi progetti, sta diventando un polo di attrazione per gli amanti dell’arte contemporanea. Un risultato che non si sarebbe potuto ottenere senza l’aiuto di ogni azienda del territorio.
“C’è una grande sinergia”, spiega Alessandro Parisi. “Oggi un attore del territorio deve guardare la propria terra e promuoverla in maniera globale. Qualsiasi azienda nel territorio è un piccolo tassello di un disegno più ampio di promozione di tutta la zona. Ovviamente le sinergie creano forza”. Una forza che il terremoto del 1968 ha in qualche modo contribuito a creare. “Il terremoto – continua Parisi – è stato una svolta per questi paesi. Ha iniziato a farci dialogare e a prendere coscienza delle bellezze del territorio. Che oggi non sono solo legate all’enogastronomia, ma anche all’arte contemporanea. E Gibellina è diventata un polo di attrazione dell’arte contemporanea. Una città che ha vissuto di contaminazioni positive anche grazie a chi arrivava da lontano, grandi artisti e grandi letterati, che hanno reinterpretato un territorio che aveva perso la propria identità“. Il famosissimo Cretto di Burri è solo un esempio lampante di come siano veritiere queste parole.
“Noi come azienda abbiamo trasmesso una scossa positiva in più: abbiamo aperto le porte al Mediterraneo. Il gruppo Cantine Ermes e Tenute Orestiadi dialogano con tutti i Paesi del Mediterraneo grazie a una manifestazione che in due anni è già diventata molto importante, lo Scirocco Wine Fest“. Per Alessando Parisi “il mediterraneo è battuto da un vento che ne influenza l’agricoltura, la quotidianità, tradizioni culinarie e forme d’arte. Partendo da questo vento siamo riusciti a sederci insieme a 6 grandi produttori del Mediterraneo, in modo da dialogare su metodologie di coltivazione, marketing e non solo”.
Sicilia, Grecia, Turchia, Spagna, Malta e Tunisia, si sono riunite in un evento che alla sua seconda edizione, lo scorso luglio, ha visto ben 30.000 presenze. “Vogliamo costruire un ponte piuttosto che muri. In giro per il Mediterraneo i produttori di vino non sono nemici, ma raccontano il punto di vista delle varie zone, di come si producono varietà diverse o le stesse varietà in condizioni diverse. Ad esempio il il Moscato lo producono tutti: vale la pena dialogare sul vino nel Mediterraneo in modo da potersi confrontare e crescere insieme”. Un discorso che andrebbe preso ad esempio da chi continua a puntare tutto sulla diversità e sull’odio. Solo con il confronto e con il dialogo si può imparare e si può crescere. La terza edizione dello Scirocco Wine Fest si terrà a fine giugno 2019.
Non c’è tempo però per stare fermi, e Tenute Orestiadi continua con nuovi progetti: “Vorremmo iniziare a ragionare della letteratura e della poesia del mediterraneo. Ne abbiamo la possibilità anche grazie ai nostri partner, la Fondazione Orestiadi, l’agenzia di comunicazione Feedback, Cantine Ermes, e nuovi partner che stanno per arrivare”, conclude Alessandro Parisi, che annuncia anche una nuova partnership con l’altro lato della Sicilia, la zona dell’Etna, con La Gelsomina, azienda del territorio di Mascali, che contribuirà all’ingresso in azienda di nuove varietà di vini.
Già, i vini, quello da cui tutto e partito e di cui alla fine si è parlato meno. Eppure ci sarebbe tanto di cui parlare, visto che dal Pacenzia al Grillo, dal Catarratto al Frappato, sono tante le varietà prodotte dall’azienda. Ma una menzione speciale merita l’Orestiadi Ludovico, dedicato alla memoria di Ludovico Corrao: un blend di Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon, elegante, intenso ed equilibrato, che rispecchia ed esalta l’intima essenza dei vini siciliani.